Riportiamo di seguito un interessante articolo di Lucilla Quaglia tratto da www.leggo.it
Il Gruppo Batelli prende spunto da uno studio dell’università Agraria di Perugia e decide di allestire le aree nei pressi del parco della Marcigliana 
La città vi soffoca? Ciascuno può contribuire a renderla più verde e meno inquinata approntando il proprio orto urbano. L’Università Agraria di Perugia, Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale – che nel 2008 ha pubblicato le “Linee guida per la progettazione, l’allestimento e la gestione di orti urbani e periurbani” – ha realizzato un interessante studio analizzandone la pianificazione e la loro funzione sociale, didattica e talvolta terapeutica, oltre a sottolineare tutti i vantaggi per la salute e il portafoglio. I risultati sono stati presentati di recente presso gli “Horti della Marcigliana”: nuova area residenziale adiacente al Parco omonimo realizzata dal Gruppo Batelli che ha preso spunto per la sua impresa proprio dalla relazione dei tecnici umbri. “Nel 2008 – spiega l’architetto Eugenio Batelli – abbiamo iniziato a lavorare al progetto analizzando molti siti. Ma alla fine la scelta è caduta sul Parco naturale della Marcigliana, oasi naturale e area protetta, come il luogo ideale vicino al quale costruire un nuovo modo di abitare”. L’Italia, e Roma in particolare, sono molto indietro sull’utilizzo del verde privato rispetto ai paesi del Nord Europa. Con gli “Horti della Marcigliana” nascono 150 nuovi orti privati: alcuni associati ai nuovi appartamenti, altri messi a disposizione dei residenti del quartiere. La passione per la terra trova finalmente una sua dignità, un ruolo primario e un’organizzazione sistemica in ambito residenziale.
Benefici per la salute
“Un’attività all’aria aperta – spiega il professor Bruno Romano, docente di botanica ambientale applicata all’Università di Perugia – coltivare prodotti genuini a centimetro zero e avvicinare i bambini al mondo agrario sono soltanto alcuni dei vantaggi derivanti dal progetto “Horti della Marcigliana”. “Sono rimasto sorpreso – aggiunge il professor Aldo Ranfa, a sua volta docente di botanica ambientale applicata presso l’Ateneo umbro – dall’interesse mostrato da parte dei costruttori nei confronti di questo nuovo concetto abitativo: grande è l’attesa per la risposta dei futuri acquirenti”. E allora via con pomodori, carote, ravanelli, cavoli e zucchine. Gli orti urbani prevedono anche la fornitura di materiale didattico e l’assistenza dell’Università di Perugia ai neofiti dell’orto che in primavera inizieranno a coltivare i loro prodotti sotto casa.
Verde privato
In molte capitali europee il verde “privato” è già una realtà diffusa, così come lo è nel Nord Italia. Roma invece è indietro, ma potrebbe recuperare terreno. Gli orti urbani sono un’esperienza unica nel suo genere e rappresentano un esempio concreto di come si possa conciliare l’esigenza di abitare in città più belle e moderne con la necessità di vivere in un modo più sano e genuino. E’ irrealistico in ogni caso, spiegano gli esperti, pensare di tornare indietro nel percorso evolutivo alimentare: quindi inimmaginabile anche il ritorno completo all’utilizzo delle piante spontanee nell’alimentazione. E’ però auspicabile l’introduzione di una sostenibile e ponderata orticoltura moderna che possa offrire una gamma differenziata di prodotti. Il che avrebbe un notevole valore per l’umanità e una ripercussione positiva sotto numerosi punti di vista. Gli orti forniscono infatti elementi essenziali come minerali e vitamine che sono fondamentali per l’alimentazione umana e possono contrastare molti fattori negativi come inquinamento, stress e mancanza di esercizio fisico. L’esistenza di spazi per la partecipazione attiva alla coltivazione di specie ortive e/o di giardinaggio si è anche dimostrata importante come terapia per disabili e portatori di handicap.
Uso sostenibile del suolo
La partecipazione attiva a queste attività è molto importante, soprattutto per i giovani, per stimolare le conoscenze biologiche, per valutare l’importanza delle piante sotto vari punti di vista e quindi anche quello alimentare, per riscoprire le tradizioni, gli usi e costumi di un determinato territorio ma fondamentalmente anche per un uso diverso e sostenibile del suolo di aree urbane e periurbane delle nostre città e per il benessere e miglioramento dell’alimentazione umana.
Accessibilità e fruizione
L’uso di orti urbani e periurbani è imprescindibile da una buona accessibilità dei proprietari, diretti interessati alla coltivazione, e di eventuali fruitori esterni. È auspicabile uno o più accessi sia pedonali che carrabili, anche per i soggetti diversamente abili, corredati da segnaletica orizzontale e verticale. Sui rispettivi accessi dovranno essere apposte alcune bacheche che indichino chiaramente gli orari di apertura e chiusura dell’area, la merce disponibile quel giorno, le eventuali specie ortiflorofrutticole disponibili in quel determinato periodo dell’anno e il piano di distribuzione settimanale dei prodotti.
Tipologie di orti urbani
Esistono tanti tipi di orto. Ad esempio gli orti urbani privati: ovvero aree destinate prevalentemente alla coltivazione di specie ortoflorofrutticole ad uso privato. Orti di case circondariali: aree alternative per il reinserimento nel mondo del lavoro dei detenuti con risparmio sui costi di gestione. Orti & Scuole: aree per attività didattico-educative-divulgative per i ragazzi di scuole di ogni ordine e grado che esercitano un ruolo di trasmettitori del sapere attraverso persone di età avanzata.
Anziani e portatori di handicap
Esistono inoltre gli orti per anziani dove è possibile effettuare attività motorie all’aria aperta con occupazione del tempo libero, attività produttive, relazioni sociali e ritorno alle origini sull’uso del territorio attraverso l’utilizzo delle biorisorse. E poi l’ortoterapia: ovvero attività di giardinaggio e orticoltura a supporto di programmi riabilitativi per pazienti diversamente abili. La presenza di elementi vegetali può migliorare le condizioni psicofisiche degli individui con riduzione di stress e risveglio delle capacità emotive.
 
 

 

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