Riportiamo l’interessante articolo della Gazzetta di Modena:
Prima il mancato riconoscimento del contratto Unci, oggi una nuova disciplina regionale per promuovere la legalità e la responsabilità sociale.
Nel settore dell’autotrasporto e facchinaggio le novità non mancano e – qualche volta, considerando i problemi da cui il settore è afflitto – non sono di natura negativa. È stato approvato dalla giunta regionale nei giorni scorsi, infatti, il progetto di legge – presentato dall’assessore regionale alla attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – relativo al settore dell’autotrasporto e movimentazione merci.
«Le azioni previste dal progetto di legge – spiega Muzzarelli – sono finalizzate a favorire la legalità e a prevenirne i rischi degli effetti delle infiltrazioni della criminalità organizzata e mafiosa, attraverso lo strumento della legalità nelle condizioni di lavoro. Questi interventi saranno realizzati anche in collaborazione con lo Stato in armonia con le leggi regionali. Prevediamo anche di realizzare specifici bandi per concedere contributi alle imprese del settore definendone i criteri prioritari di valutazione per l’accesso».
La Regione istituirà un elenco di merito degli operatori economici nei settori dell’autotrasporto di merci, dei servizi di facchinaggio e dei servizi complementari nonché una Consulta regionale per la legalità e la promozione della responsabilità sociale.
«La legge – afferma Giulia Grandi, segretario provinciale della Filt/Cgil di Modena – arriva dopo molte sollecitazioni e prevede aspetti che a nostro avviso si possono considerare positivi. Soprattutto ci fa capire che c’è piena consapevolezza degli organi istituzionali riguardo i fenomeni esistenti nel settore. Ma tutto questo non è sufficiente. Sicuramente questo non è un traguardo, è un primo passo importante. Ma è soltanto l’inizio, perché nell’autotrasporto sempre più vediamo padroncini o lavoratori sfruttati e non riconducibili al contratto nazionale di lavoro di settore». Per quanto riguarda il settore del facchinaggio e dei servizi complementari il progetto di legge punta a contrastare il fenomeno di caporalato e gli altri illeciti che alterano la regolarità del mercato del lavoro, attraverso qualsiasi forma di sfruttamento dei lavoratori e dell’utilizzo non regolare degli stessi.
Sarà anche istituito un elenco regionale dei prezzi relativi ai servizi di facchinaggio, complementari all’attività di logistica. Sta lentamente delineandosi una coscienza riguardo le problematiche del settore, malato di illegalità o irregolarità e fortemente a rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. Un settore inquinato da quella cooperazione spuria, che poco ha a che fare con i valori cooperativi.
Anche la Gazzetta di Modena ne ha parlato, quando ha raccontato, ad esempio, di Campogalliano, dove la presenza della dogana ha determinato un’alta concentrazione di aziende del settore, diventando però anche teatro di importanti vertenze.
Come quella delle due coop spurie Gi Group e Fruit Logistics, improvvisamente scomparse lasciando oltre un centinaio di lavoratori privi di lavoro. In realtà è soltanto la punta di un iceberg, che nasconde un universo fatto di contratti più volte definiti “pirata”, come il contratto Unci, di imprese scatole cinesi e molte cooperative che creano consorzi con sede legale fuori regione o al Sud. Sono migliaia i soci di facchinaggio iscritti nel Modenese, il fenomeno riguarda un centinaio di coop spurie.
Si parla di un settore fatto di lavoro sottopagato, totale flessibilità di orari, nessun dovere verso malattie, maternità e ferie, chiusura arbitraria di ogni contratto e committenze. E non deve essere sottovalutato l’elevato rischio di possibili infiltrazioni mafiose.
«Per quanto riguarda il facchinaggio – conclude la sindacalista Giulia Grandi – sicuramente un passo importante è stato fatto con il decreto del ministero dello Sviluppo economico, con il quale revoca il riconoscimento del contratto Unci, peraltro disconosciuto da tutte le centrali cooperative. Un pezzo importante, che oggi si va a legare con il progetto di legge regionale, in base al quale viene previsto il coinvolgimento degli organi istituzionali e degli organi ispettivi. Un aspetto importante soprattutto quando andiamo a confrontarci con i cambi di appalto da parte di gruppi di valenza nazionale e cooperative di facchinaggio che entrano negli appalti a gamba tesa».
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