LA POTATURA DEGLI ALBERI
Tipologie principali di potatura
Si possono distinguere vari interventi di potatura su esemplari maturi anche se sovente questi interventi possono venire eseguiti in contemporanea e in “dosi” diverse.
I principali interventi di potatura sugli alberi possono essere suddivisi in:
– potatura di rimonda
– potatura di alleggerimento
– potatura di selezione
– potatura di riduzione
– potatura di ricostruzione
– cura delle ferite
Potatura di rimonda
Per potatura di rimonda si intende l’eliminazione di tutte le parti secche, ammalate o deperienti presenti sulla chioma, oltre a tutte le altre presenze estranee (piante rampicanti, ferri, corde, nylon, ecc.) eventualmente rinvenute sugli alberi in oggetto. In questa voce rientra anche la potatura di messa in sicurezza che prevede l’eliminazione del rischio di schianto di branche e/o rami attuando interventi di potatura in maniera adeguata alla situazione particolare, così da prevenire l’eventuale rottura di parti deficitarie. Nel caso non fosse possibile ridurre il rischio se non eliminando le branche o i rami mal inseriti e/o pericolosi, si dovrà procedere in tal senso.
Questo tipo di potatura permette di ridurre le infestazioni di insetti e le infezioni di parassiti fungini oltre che diminuire i rischi di caduta di branche più o meno secche.
Potatura di alleggerimento
Per potatura di alleggerimento si intende una potatura effettuata sulla parte distale di rami, per lo più orizzontali, in maniera da scaricarli dell’eccessivo peso apicale, renderli strutturalmente più resistenti e facilitare lo sviluppo di rametti e/o gemme a legno più interne rispetto agli apici dominanti. A seconda dello stadio fisiologico della pianta, ma anche del singolo ramo, si può procedere all’eliminazione selettiva di epitoni o ipotoni.
Potatura di selezione
Consiste nell’eliminazione di una certa quantità di rami e branche secondarie. L’altezza ed il diametro della chioma dell’albero restano comunque immutati alla fine dell’intervento. La potatura di selezione ha lo scopo di diradare la chioma ed eliminare getti poco vigorosi ed in competizione tra loro, far penetrare maggiormente la luce all’interno ed aumentare la resistenza meccanica al vento operando in maniera tale da ottenere una distribuzione quanto più possibile regolare delle branche e dei rami rimanenti, senza lasciare parti di chioma troppo fitte e/o troppo rade. Generalmente questo tipo di potatura è effettuabile anche in estate.
Vanno inoltre asportati i rami destinati ad essere eliminati dalla pianta stessa (in funzione del visibile ingrossamento del collare) o ammalorati, rami e/o branche mal inseriti o che si intersecano tra loro, quelli troppo vicini e che occupano il medesimo spazio vitale (in competizione per spazio e luce), quelli orientati verso il centro della chioma e quelli inseriti con angolo troppo stretto sulla branca portante. Vanno risolti anche gli eventuali problemi strutturali (presenti o “in nuce”), selezionando rami codominanti o diminuendo problemi da corteccia inclusa. Nella potatura di selezione vengono anche eliminati in maniera corretta tutti i ricacci, i germogli epicormici e i polloni presenti al di sotto dell’impalcatura principale della pianta.
Facilitando l’ingresso dei raggi solari all’interno della chioma e diminuendo l’umidità relativa presente nella zona interessata dall’apparato fotosintetizzante questo intervento permette di irrobustire le branche, diminuire l’effetto vela della parte aerea e di limitare gli attacchi di parassitari.
Potatura di riduzione
E’ il modo più semplice, ma spesso anche il più semplicistico, per contenere lo sviluppo di una pianta. Per potatura riduzione e/o di contenimento si intende una riduzione in altezza ed in larghezza della chioma eseguita mediante il raccorciamento (al massimo di un terzo della lunghezza dei rami e/o delle branche) effettuato con la tecnica del taglio di ritorno ed il raccorciamento dei rami laterali quel tanto che occorre affinché non interferiscano con le linee elettriche, eventuali punti luce, facciate delle case e/o eventuali altre infrastrutture urbane. Il taglio di ritorno consiste nella potatura della parte terminale di un ramo o una branca con un taglio immediatamente al di sopra di un altro ramo o branca di dimensioni paragonabili e con andamento similare (asse dominante) in modo che questo possa fungere da punta di sostituzione (tiralinfa).
La pianta dovrebbe mantenere la stessa struttura principale che aveva prima dell’intervento. Il taglio di ritorno dovrà essere effettuato selezionando un “ramo tiralinfa” di adeguate dimensioni (non inferiore a 1/3 in diametro rispetto al diametro del ramo “freccia” tagliato, meglio se di dimenzioni paragonabili). Tale ramo tiralinfa dovrà avere inclinazione corretta, in modo da non essere troppo debole rispetto alla punta che dovrà sostituire (inclinazione non inferiore a + 30 gradi rispetto al piano orizzontale); l’esecuzione del taglio del ramo “freccia” dovrà essere netta e con la medesima inclinazione del ramo tiralinfa rimanente. Eventualmente il ramo tiralinfa potrà anch’esso subire interventi cesori in relazione alla necessità di renderlo maggiormente adatto allo scopo (ulteriori tagli di ritorno e/o di selezione per modificarne, nella maniera necessaria, la vigoria).
Dopo l’operazione la pianta provvede a riemettere nuova vegetazione, con il risultato che l’intervento deve venire periodicamente ripetuto, mediamente ogni 3 -5 anni a seconda della specie (notevole carico manutentivo). In ogni caso la riduzione della chioma non è la soluzione ai problemi della pianta, scatenando processi di disseccamento, marcescenza e fenomeni di degrado vegetativo. Resta comunque sempre da evitare l’intervento drastico di capitozzatura (topping) che oltre a distruggere i meccanismi di difesa della pianta ne deturpa irrimediabilmente anche l’aspetto estetico.
Potatura di ricostruzione della chioma
Nel caso vi siano state grosse rotture di branche per cause naturali o capitozzi pregressi cui sia seguito un notevole riscoppio vegetativo, la potatura di ricostruzione deve tendere a selezionare i nuovi getti tra quelli con migliore inserzione e distribuzione sulla branca e possibilmente ridare alla pianta anche una struttura tale per cui, nel tempo, si possa riconoscere l’habitus caratteristico della specie.
Gli interventi di ricostruzione permettono quindi, nel tempo, di ricostruire la struttura tipica di una pianta che abbia subito in passato drastiche riduzioni della chioma, attraverso un’adeguata selezione dei ricacci e dei polloni, risolvendo competizioni strutturali e/o fotosintetiche. E’ un intervento che, richiedendo una elevata conoscenza della biologia e della meccanica della pianta, deve essere effettuato solo da specialisti e nel complesso può essere costituito da tutti gli interventi di potatura precedentemente descritti, calibrati in funzione della pianta, dello stadio fisiologico e delle condizioni ambientali.
Cura delle ferite
Per cura delle ferite si intendono tutti quegli interventi, successivi ad eventi traumatici che hanno provocato ferite sulle radici, sul fusto e/o sulle branche, miranti a permettere alla pianta di creare in una prima fase adeguato callo di reazione e successivamente un adeguato legno di ferita così da diminuire i rischi di infezione da parassiti nell’immediato e fare in modo che il legno di reazione prodotto successivamente possa svilupparsi in maniera armonica e con caratteristiche di sostegno adatte (dendrochirurgia preventiva-conservativa).
Fonte: https://www.superalberi.it/la-potatura-degli-alberi/#:~:text=Per%20potatura%20di%20rimonda%20si,rinvenute%20sugli%20alberi%20in%20oggetto.
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