E’ un settore in salute quello delle pulizie e dei servizi integrati, composto da oltre 23mila imprese e 434mila addetti che sviluppano un volume d’affari di circa 9,5 miliardi di euro e che a livello europeo registra invece un giro d’affari di 60 miliardi per 154mila imprese e 3,7 milioni di addetti. Un settore che nel nostro Paese ha vissuto fino al 2008 una crescita importante: tra il 1996 e il 2008 il comparto è, infatti, aumentato in termini di imprese (+51%) e addetti (+93%), ma nel 2010, rispetto al 2009, è sostanzialmente rimasto stabile (-1% di imprese e -2% di addetti).

 
Oltre alla crisi, vi sono almeno due altri macigni che pesano e frenano lo sviluppo dell’intero settore: i ritardi nei pagamenti e le gare. «La media è di 254 giorni di ritardo, soprattutto nell’ambito ospedaliero, mentre le aziende private di solito pagano a 90 giorni. Le aziende ricorrono così al credito bancario con un meccanismo che impatta direttamente sui margini, erodendone circa la metà. Un sommarsi di circostanze rappresentano un grosso freno allo sviluppo anche internazionale delle nostre imprese: i ritardi di pagamento obbligano, infatti, a chiedere prestiti alle banche drenando risorse e liquidità e rendendo così impossibile lo sbarco all’estero». Ed è un peccato, oltre a essere un freno allo sviluppo, perché il settore delle pulizie, dei servizi integrati/multiservizi ha vissuto nell’ultimo decennio, una fase di grande crescita.
I fattori di questo sviluppo sono stati diversi. I processi di outsourcing dei servizi non legati all’attività principale nel settore privato e pubblico, l’evoluzione delle imprese verso una maggiore qualificazione dei servizi e un’integrazione dell’offerta, i processi di riorganizzazione e aggregazione della domanda dei servizi, le iniziative delle forze sociali di contrasto al lavoro nero e irregolare.

Ma c’è un altro fastidioso freno che rallenta e spesso blocca il settore, quello delle gare e delle tante irregolarità che si riscontrano. «Il problema c’è se l’importo dell’appalto non copre il costo del lavoro, se il criterio prioritario o unico di assegnazione è quello economico e se non c’è un presidio vigile della normativa di riferimento: in questo contesto il rischio è la fuga dal contratto collettivo nazionale di lavoro del settore “multiservizi e pulizie” e dai rapporti di lavoro subordinato verso contratti collettivi non rappresentativi e tipologie contrattuali flessibili e atipiche usate impropriamente, che costano meno e creano problemi di legalità e regolarità contributiva e fiscale», ha dichiarato Daniela Degiorgis, presidente Obsi Milano. Per questo l’avviso comune che è stato sottoscritto come parti sociali è la premessa per continuare ad agire in maniera congiunta nei confronti delle istituzioni, ponendo al centro, in primis, le tematiche della legalità del lavoro, della regolarità retributiva e fiscale, in ultima analisi, dell’etica del mercato.

Fonte: gsanews.it

 
 
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