Come tutti i rifiuti, la carta pone problemi di smaltimento. La carta è però un materiale riciclabile. Come il vetro, infatti, la carta recuperata può essere trattata e riutilizzata come materia seconda per la produzione di nuova carta.
In Italia carta e cartone rappresentano circa il 30% del totale dei rifiuti e sono una risorsa perchè possono essere utilizzati per produrre carta riciclata. E’ sufficiente recuperare una tonnellata di materiale cellulosico per salvare 3 alberi alti 20 metri, riducendo l’impatto ambientale e risparmiando le fonti di energia.
La carta può essere non solo riciclata, ma anche ampiamente riutilizzata stampando su ambo i lati dei fogli, riutilizzando i sacchetti di carta, donando i libri alle scuole o alle biblioteche.
Rifiuti di carta riciclabili:
– giornali, riviste, libri, fumetti, tutta la stampa commerciale (dèpliant, pieghevoli pubblicitari)
– sacchetti per gli alimenti, per il pane o per la frutta
– sacchetti di carta con i manici
– fogli di carta di ogni tipo e dimensione
– contenitori di prodotti alimentari (come astucci per la pasta, per il riso, per i corn flakes ecc.)
– le fascette in cartoncino di prodotti come conserve, yogurt e bevande
– le scatole delle scarpe
– le confezioni, grandi e piccole, di prodotti come detersivi per lavatrici e lavastoviglie
– le scatole dei medicinali, del dentifricio, ecc.
– gli imballaggi in cartone ondulato di qualsiasi forma o misura (ad esempio, per apparecchi televisivi o elettrodomestici)
– contenitori in cartone per frutta e verdura
– cartoni per bevande (come ad esempio quelli di latte, succhi di frutta, vino, panna e similari) svuotati, sciacquati e appiattiti
Attenzione: questa non è carta riciclabile!
Tutti i materiali non cellulosici, i contenitori di prodotti pericolosi, carte sintetiche, carte fotografiche ed ogni tipo di carta, cartone e cartoncino che sia stato sporcato (ad esempio carta oleata, carta e cartone unti, fazzoletti di carta usati, tovaglioli di carta sporchi di cibo, carta plastificata, fustini del detersivo).
Riciclare la carta significa: minori costi per il suo smaltimento, minori costi per la sua produzione, difesa ecologica delle risorse boschive.
Carta riciclata
La trasformazione del rifiuto cartaceo (che si definisce carta da macero) in materia prima necessita di varie fasi:
• raccolta e stoccaggio (in questa fase è particolarmente rilevante che le amministrazioni locali richiedano e organizzino la raccolta
differenziata dei rifiuti);
• selezionamento (per separare la fibra utilizzabile dai materiali spuri – spaghi, plastica, metalli – che normalmente sono incorporati nelle balle
di carta da macero);
• sbiancamento (per eliminare gli inchiostri).
A questo punto del ciclo, la cellulosa contenuta nella carta-rifiuto è ritornata ad essere una materia prima, pronta a rientrare nel ciclo di produzione.
Smaltimento Carta
In Italia vengono consumaticirca 9 milioni di tonnellate di prodotti cellulosici. Dei rifiuti prodotti:
– il 64% viene riciclato
– il 14% viene bruciato per produrre energia
– il 22% serve per altri usi (nei caminetti) o finisce in discarica
La modalità più comuni di smaltimento della carta sono quindi il riciclaggio oppure l’incenerimento insieme ad altri rifiuti se non viene effettuata una raccolta differenziata dei materiali.
Dal punto di vista economico, il riciclaggio è sicuramente meno oneroso che l’incenerimento.È ovvio che la carta riciclata non produce un pari peso di carta “nuova” (sicché per fare una tonnellata di carta nuova ci vuole normalmente – e comunque in misura variabile a seconda degli impianti e del prodotto fabbricato – anche una certa percentuale di cellulosa fresca, proveniente da alberi), e che il procedimento ha i propri costi – economici, energetici e di inquinamento.
Tuttavia:
• il costo della materia prima riciclata è notevolmente più basso di quello della pasta di legno, i relativi scarti possono essere utilizzati come
combustibile co-generatore del vapore necessario al processo di fabbricazione, e la produzione è meno inquinante;
• il riciclaggio riduce la quantità di rifiuti da trattare, i relativi costi di stoccaggio, lo spreco di spazio da destinare allo stoccaggio medesimo,
l’inquinamento da incenerimento, e ovviamente il consumo di alberi vivi (anche se gli alberi impiegati per la produzione della carta provengono
da vivai a coltivazione programmata dove vengono periodicamente tagliati e ripiantati).
La carta (se non inchiostrata) può anche essere sottoposta a una degradazione aerobica (compostaggio) assieme ad altri materiali di origine vegetale e/o animale per produrre un ammendante utile per l’agricoltura o per il recupero di suoli con basso grado di nutrienti naturali.
Un’altra prospettiva (interessante in particolare quando non si riesce a ottenere fibre con idonee caratteristiche fisico-meccaniche per nuovi prodotti cartacei) è quella della degradazione chimica finalizzata a produrre sostanze di uso industriale (per esempio metanolo).
Fonte: gestione-rifiuti.it
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