Il Sistri, Sistema di Controllo della Tracciabilità dei Rifiuti, nasce con l’idea di attuare una semplificazione del processo di gestione e tracciabilità dei rifiuti (ospedalieri, urbani, speciali e pericolosi) ma il suo avvio è stata sospeso fino al 30 giugno 2013 per motivi di ordine tecnico e legale. Di fondo il Sistri ha il duplice obiettivo di semplificare l’iter di certificazione e tracciabilità dei rifiuti e di rendere trasparente il ciclo di distruzione dei rifiuti abbattendo i costi sostenuti dalle imprese del settore, ma nella realtà – tra rinvii, stop e modifiche alla normativa – il Sistri non è mai entrato in vigore a regime.
Nei giorni scorsi il Ministro dell’Ambiente, Orlando, ha rilasciato la seguente dichiarazione “occorre prendere atto che il Sistri non è idoneo, perché comporta eccessivi sovraccarichi organizzativi, e va quindi abolito con un intervento legislativo, abrogando le norme che lo prevedono”. Questa presa di posizione da parte del Ministero rappresenta un punto di svolta, con l’augurio che si avvii un lavoro serio per riscrivere le regole, tenendo conto della necessità di creare un sistema caratterizzato da requisiti di semplicità, flessibilità, non onerosità per le imprese e pienamente integrato con modelli esistenti, quali l’Albo Gestori Ambientali.
Nel frattempo continua ad aumentare il numero di imprese di autotrasporto che hanno deciso di agire legalmente per ottenere il risarcimento per il mancato funzionamento del Sistri. Le richieste risarcitorie variano da un minimo di 500 euro a oltre 10mila euro.
Fonte: freeservicesrl.it
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